PROGETTO HERMES, MONITORAGGIO “IN REMOTO” PER I PAZIENTI CON SCOMPENSO CARDIACO


OSPEDALE FERRAROTTO DI CATANIA CAPOFILA NAZIONALE DI QUESTO INNOVATIVO PROGETTO-

 

Palermo, 9 maggio 2016– Presentato oggi a Palermo e per la prima volta in Italia, il Progetto HERMES (HEart Remote Monitoring in mitracliprecipiEnS),avviato e realizzato dal Dipartimento Cardio Toraco Vascolare e Trapianto D’organo-Ospedale Ferrarotto – Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Vittorio Emanuele – Università Cataniae con il supporto incondizionato di Abbott. La Sicilia sarà la prima regione a dare avvio a questo sistema altamente innovativo checonsente il monitoraggio in remoto in pazienti con scompenso cardiaco ed insufficienza mitralica trattata per via percutanea mediante Mitraclip ovvero pazienti in cui la valvola non può essere riparata o sostituita dal chirurgo.

 

“La Regione Sicilia compie oggi un importante passo avanti nel campo delle patologie cardiache lanciando, per prima in Italia, un sistema di monitoraggio all’avanguardia. Questo progetto dimostra l’attenzione della Regione ai pazienti in termini di efficacia, sicurezza e qualità di vita, garantendo, nel contempo, la sostenibilità per il servizio sanitario. La Regione Sicilia riconferma la sua eccellenza anche in campo sanitario e mi auguro che la nostra esperienza virtuosa faccia da apripista e venga mutuata da tutte le altre regioni” –dichiara Baldo Gucciardi, Assessore della Salute Regione Siciliana.

 

Per il trattamento dell’insufficienza mitralica, da qualche anno, la Cardiologia dell’Ospedale Ferrarotto di Catania ha adottato la procedura di impianto di Mitraclip. Si tratta di una clip che blocca i due lembi della valvola mitrale, riducendo l’insufficienza mitralica,migliorando sensibilmente sia i sintomi del paziente che la necessità di assunzione di farmaci e riducendo gli eventi di scompenso cardiaco acuto e la necessità di ricoveri. Tuttavia il paziente rimane un cardiopatico grave e necessita di continui controlli clinici e strumentali, nonché del monitoraggio continuo di alcuni parametri clinici.

 

“Proprio per raggiungere quest’ultimo scopo il nostro reparto di Cardiologia ha avviato il progetto HERMES (HEart Remote Monitoring in mitracliprecipiEnS), un sistema altamente innovativo che prevede il monitoraggio domiciliare di questi pazienti, che vengono in questo modo coinvolti in prima persona nella gestione della propria malattia – dichiara il Prof. Tamburino – Dipartimento Cardio Toraco e Trapianto D’Organo Ospedale Ferrarotto-Università di Catania.Questo progetto, unico al mondo nel suo genere, ci permetterà di capire quali parametri, facilmente monitorabili ‘a distanza’, sono più utili nell’individuare in anticipo i segni iniziali di scompenso acuto in modo da intervenire modificando la terapia medica. Se questo sistema innovativo, come ci auguriamo, darà i risultati sperati potrà essere sicuramente utilizzato in futuro anche per la gestione di altre patologie cardiache e non – aggiunge il Prof. Tamburino.

 

I pazienti che accederanno al servizio di monitoraggio ‘da remoto’, riceveranno un kit multi-parametrico con all’interno: un saturimetro per il controllo dei livelli di saturazione; una bilancia per tenere sotto controllo il peso; unmisuratore di pressione per il controllo della pressione arteriosa e un braccialeche permetterà di capire quanto migliora la capacità fisica dei pazienti e conseguentemente anche la loro qualità di vita.

 

“Questi dispositivi si interfacceranno direttamente con il Tablet dato in dotazione allo specialista tramite una rete wireless. I dati verranno conservati per successive valutazioni da parte del medico nel corso delle visite di follow-up. Il tablet verrà utilizzato anche per interagire giornalmente con i pazienti in modo da testare il loro stato di salute e l’aderenza alla terapia farmacologica –precisa Tamburino”.

 

Lo scompenso cardiaco è un’alterazione della struttura e della funzione cardiaca che porta a un’insufficiente funzione di pompa del cuore. Come conseguenza, gli organi e i tessuti ricevono quantità non sufficienti di ossigeno per le loro esigenze metaboliche. La reazione dell’organismo all’insufficiente funzione del cuore causa un accumulo di sodio e acqua nei polmoni e nei tessuti. Le conseguenze di ciò sono: affanno, ridotta tolleranza allo sforzo, affaticamento, edema (cioè gonfiore). La condizione può aggravarsi fino a portare all’edema polmonare acuto e alla morte.

 

“Lo scompenso cardiaco è spesso la tappa finale di molte cardiopatie ed affligge in Italia circa 600.000 persone con enormi costi sociali e sanitari. Si stima che la sua frequenza raddoppi a ogni decade di età (dopo i 65 anni arriva al 10% circa)–afferma il Prof. Tamburino. Questa patologia richiede continui controlli specialistici, cure con numerosi farmaci e spesso porta a frequenti ricoveri, che possono durare settimane o mesi e che intasano i reparti di medicina e le cardiologie. Il trapianto cardiaco può rappresentare la terapia risolutiva, ma purtroppo non può essere eseguito su tutti i pazienti. In molti casi, inoltre,può esserci  una concomitante insufficienza della valvola mitrale, che peggiora la sintomatologia e che aggrava il decorso clinico della malattia – conclude Tamburino.

 

 

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